Le chiese del centro storico

 

 

La Chiesa dei Santi Apostoli fondata in epoca paleocristiana nel cuore della città antica, accanto alla basilica di San Felice Vescovo e Martire, fu ristrutturata sul finire del XII secolo a cura del vescovo Bernardo. Ulteriori ammodernamenti ebbero luogo nel corso del XVII secolo ed infine nel ‘700, a cura degli architetti Arcangelo Guglielmelli e Domenico Antonio Vaccaro. A promuovere i lavori furono, di volta in volta, i vescovi o gli esponenti delle famiglie nobiliari e delle confraternite locali. La quota del pavimento della navata della chiesa è più bassa rispetto a quella della sede stradale. Alla navata centrale della chiesa, infatti, si accede percorrendo una scala di marmo realizzata durante la campagna di lavori condotta sotto la direzione di Domenico Antonio Vaccaro.Lo storico Gian Stefano Remondini nella Nolana Ecclesiastica Storia (1747-1757) ci informa che la chiesa dei S. Apostoli ospitò la cattedra del vescovo di Nola mentre si procedeva alla costruzione del nuovo duomo, durante l’ultimo quarto del XIV secolo e ancora fu di nuovo cattedrale alla fine del XVI secolo a seguito del crollo della fabbrica del duomo avvenuta nel dicembre del 1583. A metà del XVII secolo la chiesa fu consacrata al culto dei Morti e in questa fase fu dotata della bellissima pala d’altare dipinta da Agostino Beltrano raffigurante la "Madonna delle anime purganti". Nel 1735 per volontà di don Felice Mastrilli la chiesa fu ancora abbellita con marmi e strucchi assumendo l’aspetto baroccheggiante che ancora oggi conserva. Per questa chiesa, Domenico Antonio Vaccaro oltre a seguire i lavori architettonici e a disegnare gli spazi, eseguì per gli altari laterali due tele raffiguranti San Michele e san Gennaro. La chiesa ha riacquistato il suo antico splendore grazie ad un recente restauro (2016).

Il complesso monastico di Santa Chiara occupa un’insula del centro storico delimitata da via Santa Chiara, dal vicolo Foro Boario, da via Pompeo Fellecchia, dal Corso Tommaso Vitale e dalla viella di Santa Chiara . Il complesso è costituito da vari corpi di fabbrica sorti in epoche. Il nucleo più antico è costituito dalla Chiesa di Santa Maria Jacobi e da alcuni ambienti attigui. La comunità francescana delle clarisse fu istituita in Nola dal conte Roberto Orsini, morto nel 1350, che adattò a romitorio una struttura romanica preesistente comprendente la cappella di S. Maria Jacobi. Nicola Orsini (1346-1399), figlio di Roberto, per onorare la memoria di sua madre, Sveva del Balzo, ampliò e ristrutturò, con ammodernamenti gotici, le fabbriche esistenti, che acquisirono, per tali apporti, una fisionomia composita.  Molto interessanti sono gli affreschi che ricoprono le pareti della piccola chiesa medievale. Questi appartenenti a diversi periodi, raffigurano sia scene della vita di santa Chiara sia scene della vita di Cristo. Nel corso del XVI secolo il complesso monastico, poi, subì importante ammodernamento di cui, però,  abbiamo scarse informazioni. E’ in questa fase che, probabilmente, fu costruita una nuova chiesa (con affaccio sull’attuale corso Tommaso Vitale) ampliata ulteriormente insieme con tutto il monastero nel corso del XVIII secolo. A guidare il cantiere settecentesco fu il grande architetto napoletano Fedinando Sanfelice. E’ importante infine ricordare che dalla chiesa di Santa Chiara proviene il dipinto raffigurante la Vergine delle anime Purganti tra i santi Francesco e Chiara realizzato da Battistello Caracciolo, oggi esposto nel Museo Nazionale di Capodimonte.

   

Il Collegio di santa Maria Madre di Cristo con annessa la chiesa di Maria Vergine Annunziata, fu fondato nel 1393 dal conte Niccolò Orsini con lo scopo di dotare la città di un luogo per l’educazione delle nobili fanciulle della contea. Già affidato alle suore dell’ordine di san Benedetto, passò nel corso del XVI secolo alle Canonichesse Regolari Lateranensi e divenne un importante cantiere dove approdarono opere di illustri artisti. Alla fine del XV secolo, probabilmente ai tempi in cui era badessa Brigida Orsini, risale l’Annunciazione  di Cristoforo Scacco da Verona oggi conservata nel Museo Diocesano di Nola. Altre opere importanti giunsero nella chiesa del collegio nolano alla fine del XVI secolo, quando tutto il complesso fu oggetto di interventi di ampliamento. Alla fine del Cinquecento, infatti, risalgono la pala d’altare di Girolamo Imparato e le tele realizzate per gli altari laterali da Belisario Corenzio. Nel XVIII secolo, infine, la chiesa fu decorata con stucchi barocchi.

La chiesa del Collegio fino al primo decennio del XX secolo era legata con il monastero (oggi sede delle scuole elementari). Fu infatti nel 1913 che il comune di Nola decise di aprire una nuova arteria (l’attuale via Ciccone) dividendo i due corpi di fabbrica. Resti dell’antico chiostro sono evidenti nella parete addossata alla chiesa dove si ammirano tracce di affreschi realizzati tra la fine del XV secolo e l’inizio del XVI secolo.

Il Palazzo dei conti Orsini, più comunemente noto come “Reggia” fu costruito, per volere del conte Orso Orsini, in un periodo compreso tra il 1486 e il 1500. L’ edificio che rappresenta una delle più importanti testimonianze di architettura rinascimentale in Campania, presenta  una facciata semplice e razionale interamente rivestita di lastre di marmo provenienti, secondo la testimonianza di Ambrogio Leone, dal vetusto teatro romano di Nola. La struttura del palazzo risulta suddivisa in tre piani: il piano terra  destinato a scuderie e servizi, quello centrale adibito a  residenza della nobile famiglia, il piano superiore  riservato alla servitù. Notevoli per l’impostazione architettonica di derivazione catalana sono  il portale di ingresso,  l’ampia corte, la scala e le decorazioni plastiche. Nel 1558 l’edificio fu donato all’ordine dei Gesuiti dalla contessa Maria Sanseverino, sposa di Enrico Orsini, ultimo conte di Nola. A seguito della cacciata dei Gesuiti dal Regno di Napoli (1767), il palazzo fu destinato ad uso militare e divenne prima quartiere Generale di Cavalleria, dal 1860  distretto militare e dal  1994  sede del Tribunale. I lavori di adattamento per la nuova destinazione d’uso hanno permesso di condurre  un’ esplorazione archeologica che ha messo in luce, ad una profondità di circa 50 cm dal piano di calpestio, strutture romane in laterizio databili al II sec. d.C.

Chiesa del Gesù. Le vicende più antiche della chiesa del collegio nolano dei gesuiti ruotano intorno alla donazione all’ordine di sant’Ignazio, nel 1558, del palazzo Orsini da parte della contessa Maria Sanseverino, sposa di Enrico Orsini, ultimo conte di Nola. La contessa intraprese una fitta corrispondenza con Giacomo Laynez, vicario della Compagnia, per ottenere in tempi brevi l’apertura del primo Collegio nella provincia napoletana, garantendo a tal fine una casa provvisoria per accogliere i primi padri e un’offerta annua di 200 scudi d’oro l’anno e ancora una donazione annua di 1000 ducati per trasformare il palazzo e costruire la nuova chiesa. I gesuiti giunti a Nola nel maggio del 1558, firmarono la donazione il 10 settembre dello stesso anno. La comunità religiosa prima di insediarsi nella casa degli Orsini provvide ad apportare modifiche all’imponente edificio. I lavori di ristrutturazione della sede e la costruzione del tempio furono affidati prima al ferrarese Giovanni Tristano e poi a Giovanni De Rosis che il 29 settembre 1568 inaugurò i lavori della chiesa, lavori che si protrassero fino alla metà degli anni ottanta. La chiesa a navata unica con cappelle laterali, conserva pregevoli opere d’arte come la pala d’altare realizzata da Girolamo Imperato nell’ultimo decennio del XVI secolo, affreschi attribuiti alla cerchia di Belisario Corenzio ed un prezioso Crocifisso del XV secolo.


La Chiesa di San Biagio
, inizialmente dedicata a San Francesco d’Assisi, faceva parte di un complesso monastico costruito nel 1372 per volere di Niccolò Orsini, nel luogo in cui sorgeva una cappella dedicata a Santa Margherita. La chiesa a navata unica con sei cappelle laterali, fu rivestita nel corso del XVIII secolo da stucchi rococò che nascosero le linee gotiche originarie visibili oggi soltanto nell’area absidale e nel portale di ingresso. Sulle pareti interne del campanile romanico, già cappella di Santa Margherita, si conservano pregevoli affreschi attribuiti alla scuola del Cavallini. Alle spalle del presbiterio, notevole è anche la cappella  della famiglia Albertini che presenta i monumenti funerari  di Giacomo (1508), Gentile (1539) e Fabrizio (1564) Albertini. Tra i pregevoli marmi spicca il rilievo raffigurante l’Adorazione dei Magi, copia dalla cona realizzata da Bartolomé Ordonez per la cappella Caracciolo nella chiesa napoletana di San Giovanni a Carbonara. Nel 1989 dalla cripta emersero le strutture degli scolatoi medievali di sepoltura, i resti di un impianto termale di epoca imperiale e di una domus del III sec. d. C.