Nola

Situata al centro di una vasta e fertile pianura, la città di Nola fu fondata dagli Osci, una popolazione di stirpe italica della Campania preromana. Intorno al V secolo, l’Italia meridionale assistette all’ascesa dei Sanniti e diversi centri nevralgici, tra i quali anche la nostra città, furono da essi sottomessi. La presenza sannita, tuttavia, non costituì una barriera contro la proliferazione della cultura greca. Gli scambi tra Nola e le vicine colonie greche continuarono e ne sono prova i preziosi vasi fittili rinvenuti nelle sue necropoli.

Nel frattempo una nuova potenza cominciava ad affacciarsi a sud del Lazio: Roma. Fra il 343 e il 290 a.C,  in seguito alla progressiva espansione romana in Campania, lo scontro con i Sanniti divenne inevitabile e culminò in tre guerre, dalle quali la repubblica Romana uscì vittoriosa. Gli sconvolgimenti causati dalle guerre sannitiche modificarono radicalmente lo scacchiere politico della regione campana che prese a gravitare nell’orbita romana. La città divenne,in seguito, protagonista durante la seconda guerra punica (218-202). Forte del consenso di una fazione filo-cartaginese all’interno della città, il valoroso Annibale la assediò ripetutamente, ma non riuscì ad espugnarla a causa della strenua resistenza dell’esercito romano, guidato da Marco Clodio Marcello. Altre importanti personalità del mondo romano legarono il proprio nome alla città: Silla la conquistò nel 79 a.C., deducendovi una colonia di veterani,  Ottaviano Augusto, invece,  morì proprio nei pressi di Nola  nel 14 d. C. Il tardo antico segnò, invece, un periodo di decadenza per Nola, che fu saccheggiata  dai  Goti di Alarico nel 410 e dai Vandali nel 455 d.C..Le vessazioni  subite spinsero i Nolani ad abbandonare (forse non del tutto) la città in pianura  e a rifugiarsi sulla vicina collina di Cicala. Fra le tenebre e le piaghe delle invasioni, Nola fu illuminata dalla presenza di San Paolino, che ne fu vescovo dal 409 d.C. Paolino, insigne padre della Chiesa e patrono della città, introdusse l’uso liturgico  delle campane -chiamate da allora “nolae" e dette un impulso fondamentale alla diffusione del culto di San Felice presbitero (III sec. d. C.).

Durante l’Alto Medioevo, nuove devastazioni investirono l’abitato nolano. Questa volta, a seminare il terrore fra la popolazione inerme, non erano  più Goti e Vandali, ma Saraceni e Ungari.  La creazione dei regno di Sicilia, ad opera di Ruggero II, portò una nuova ventata di stabilità in tutto il Mezzogiorno. Sotto la dinastia Sveva,invece, Nola si ritrovò invischiata nelle lotte di Federico II, prima, e di Manfredi, poi, contro i feudatari ribelli. La sconfitta di Manfredi contro Carlo d’Angiò decretò l’avvento degli Angioini nel meridione. Guido di  Monfort, distintosi nella battaglia di Benevento contro Manfredi, ottenne in feudo feudo la contea nolana dal sovrano angioino (1269). Successivamente la contea passò in mano agli Orsini,imparentati con i Monfort. Sotto il governo degli Orsini,  complice anche la stabilità della monarchia angioina, si crearono le condizioni per un deciso ritorno dei Nolani a valle. Nel 1528, tuttavia, si concluse l’esperienza della Contea che ritornò al demanio, seguendo da allora le sorti del Regno di Napoli fino all’unità d’Italia. L’età contemporanea non escluse , comunque, la città dal grande fiume della storia. Proprio a Nola,infatti, ebbero inizio, col pronunciamento militare di Morelli e Silvati, i moti del ‘20-‘21. L’11 settembre 1943, la città fu teatro di uno dei più efferati crimini commessi dai Nazisti in Italia: 11 ufficiali dell’esercito italiano, di stanza nella caserma nolana “Principe Amedeo”, furono sommariamente giustiziati.

Fra le più importanti personalità che hanno legato il proprio nome alla città nolana figura Giordano Bruno, filosofo e apostolo del libero pensiero, che fu arso vivo a Roma in Campo dei Fiori nel 1600. Nola diede, inoltre, i natali all’umanista Ambrogio Leone (1459-1525), allo scultore Giovanni Merliano (1488-1588), dell’architetto militare Carlo Theti (XVI sec.) e allo studioso Pomponio de Algerio, bruciato vivo dall’Inquisizione perché luterano. Infine, proprio in quel di Nola, S. Alfonso de' Liguori compose il famoso canto di Natale "Tu scendi dalle stelle".